I laici nella Chiesa
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I laici nella Chiesa

Compiti, mansioni e doveri del popolo di Dio

Laico è un termine che purtroppo viene interpretato spesso in modo ambiguo. In certi ambiti arriva addirittura ad essere sinonimo di “avverso alla Chiesa”.

La Oxford Languages presenta il termine in due accezioni: come sostantivo e come aggettivo con le seguenti definizioni:

Sostantivo maschilile. Credente cattolico non appartenente allo stato ecclesiastico (contrapposto a chierico ); come agg., concernente i credenti laici.

Aggettivo. Contrapposto a confessionale, che nel campo della propria attività rivendica un’assoluta indipendenza e autonomia di scelte nei confronti della Chiesa cattolica o di altra confessione religiosa.

Nella dimensione cattolica il laico è dunque colui che non è chierico.

Il Concilio vaticano II ha tracciato il profilo del laico, e ne ha specificato la valenza anche relativamente alle responsabilità evangelizzatrici.

Questo chiama ogni componente di una comunità cristiana alla consapevolezza dell’impegno dovuto.

Il laico ha dunque compiti, mansioni, diritti, ma anche doveri in ordine alla evengelizzazione e alle dinamiche pastorali.

Il Concilio Vaticano II ha promosso e la Chiesa ha anche successivamente regolamentato alcune mansioni specifiche che coinvolgono nel Sacerdozio Comune (in cui sono compresi i laici), e sono distinte da quelle del Sacerdozio Ministeriale.

Durante la Santa Messa, quando il Celebrante ringrazia Dio «per averci ammesso alla Sua presenza a compiere il servizio sacerdotale», cita di fatto sia presbiteri che laici.

Va sottolineato che le competenze di vescovi, presbiteri e diaconi sono delineate, specificate e insostituibili. Ai laici è concesso l’intervento, talora doveroso, ma quasi esclusivamente a titolo consultivo.

Si tratta di un aspetto che va ben assimilato per non generare pericolose confusioni sull’aspetto pastorale, liturgico e teologico in genere.

La Lumen Gentium al punto 37, tra le altre cose, specifica:

Secondo la scienza, competenza e prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa. Se occorre, lo facciano attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa, e sempre con verità, fortezza e prudenza, con rispetto e carità verso coloro che, per ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo. I laici, come tutti i fedeli, con cristiana obbedienza prontamente abbraccino ciò che i pastori, quali rappresentanti di Cristo, stabiliscono in nome del loro magistero e della loro autorità nella Chiesa, seguendo in ciò l’esempio di Cristo, il quale con la sua obbedienza fino alla morte ha aperto a tutti gli uomini la via beata della libertà dei figli di Dio. Né tralascino di raccomandare a Dio con le preghiere i loro superiori, affinché, dovendo questi vegliare sopra le nostre anime come persone che ne dovranno rendere conto, lo facciano con gioia e non gemendo (cfr. Eb 13,17)“.

La Chiesa è quindi comunione e cammino, ed è investita della responsabilità di custodia, diffusione e approfondimento della fede. Questa, è non la struttura, è la Chiesa di Cristo. E in essa occorre agire e comportarsi secondo la volontà salvifica di Dio.

Spunti tratti da “Natura e compiti degli organismi ecclesiali”, Giuseppe Militello, Paoline Editoriale libri, 2023

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