«Quando il gioco si fa duro ...», una frase che usiamo spesso
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«Quando il gioco si fa duro …», una frase che usiamo spesso

Nella civiltà dell’apparire è sufficiente sembrare dei «duri»?

«… i duri cominciano a giocare». Confessiamolo: ci piace apparire dei «duri», probabilmente anche quando sappiamo di non esserlo. La nostra società ha assistito e assecondato la vittoria dell’avere sull’essere. Ma anche l’apparire è divenuto più importante dell’essere.

Gli stereotipi proclamati dai social, dove ognuno si sforza di apparire ciò che non è, rinunciando alla ricerca di sé stesso e mettendo a dura prova la percezione della propria essenza, ci “impongono” di creare un’immagine vincente.

Ma cosa significa esattamente essere dei «duri»? Prima di tutto affrontare le vicissitudini della vita con lucidità. La realtà ci pone dinnanzi circostanze inaspettate, e non sempre ci dimostriamo all’altezza … altro che duri!

Ma la prova più impegnativa che ci attende inevitabilmente è la morte. Siamo dei duri davanti alla morte? Come si fa per diventare dei duri dinnanzi alla nera signora? Ancora una volta la risposta ci arriva dal Maestro. Gesù ha trascurato nulla che potesse indicarci la via della vita eterna, ma anche ciò che potesse renderci sereni in tutte le circostanze, anche in quelle estreme.

Sarebbe facile fare l’esempio dei martiri, ma anche per noi c’è la soluzione. La fede ci viene in soccorso, se la cerchiamo e la accogliamo con le parole del Cristo. La morte è qualcosa che dovremo accettare e che non cambia corso anche se ci piangiamo addosso.

Della morte possiamo aver timore solo se ci porta sofferenza. È umano averne timore, ma questo è commisurato con la fede: se veramente crediamo alle parole del Cristo, essa diviene una circostanza, spiacevole, sì, ma non eterna. È una porta, un bivio che non possiamo scegliere di non varcare, una condizione verso una nuova dimensione.

Ecco allora che ci dimostriamo «duri» solo se comprendiamo la vera natura dell’uomo e la affrontiamo a testa alta, magari con titubanza dovuta alle nostre condizioni umane, ma senza drammi. Mi piace ricordare qui una frase di Gianluca Vialli, il grande calciatore scomparso qualche anno fa: «Sono curioso di vedere cosa c’è di là». Una frase che non è retorica perché ammette di principio che la vita non finisce qui: semplicemente cambia la dimensione in cui vivremo.

Tutte le volte che ci lamentiamo per le ingiustizie terrene, per un torto subito, perché la “fortuna” non ci arride abbastanza, perché “sentiamo” di non essere valutati per ciò che ci pare di valere, ricordiamoci che in quel momento NON SIAMO DEI «DURI»! Ci dimostriamo creature fragili e estremamente terrene, che hanno bisogno del Padre celeste, come un bimbo della sua mamma.

Gesù, Lui e solo Lui e la vera forza. Ricordiamocelo, tutte le volte che pronunciamo: «Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare!».

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