«Dio pose la tenda» testimonia la volontà di abitare con l’uomo
La mano tesa della Trinità
«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Si tratta di uno dei versetti più suggestivi e importanti, non solo del Corpus Giovanneo, ma di tutta la Bibbia.
Nell’originale in greco del Vangelo di Giovanni questa frase viene espressa con “Καὶ ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν», ovvero “E il Logos divenne carne e pose la tenda fra noi”.
Il richiamo è immediato, per un ebreo, alla vicenda in Esodo, in cui Dio abitava la Tenda del Convegno, e manifestava la sua presenza con una nube che calava su essa.
Per un popolo nomade «porre la tenda» è il massimo della espressione di volontà di fermarsi in un luogo. Con la tenda si proteggono tutti gli averi, gli alimenti, e si pone al riparo tutta la famiglia.
Nell’atto di porre la sua tenda fra noi, l’Altissimo testimonia la propria volontà in modo assoluto. La presenza tra noi è Trinitaria, perché tutte e tre le persone hanno attestato questa ferma volontà fin dal momento della creazione. Ma è anche il modo di ricordare che anche noi siamo un popolo nomade, che vaga alla ricerca di una Terra Promessa: la Gerusalemme Celeste.
Col versetto di Giovanni, l’Incarnazione fa gettare l’occhio sull’Esodo, confermando con pazienza e costanza questa ferma volontà di Dio, nonché rendendola definitiva con la Nuova e Eterna Alleanza.
Si dà dunque atto dell’evento più importante dell’intera storia dell’umanità: il legame indissolubile tra Creatore e creato. Una vera rivoluzione rispetto alla comune concezione di Dio che l’uomo aveva immaginato.
Il Dio Creatore non si apparta nei Cieli, nell’Olimpo o in altri luoghi. Al contrario «apre i sette cieli» e lascia aperto un canale tra sé e l’uomo, assume natura umana e si fa servo e vittima sofferente e innocente per recuperare l’uomo e preservarlo dalle schiavitù.
Dio compie un passo ancora più importante: non si limita a dimorare CON l’uomo, ma abita NELL’UOMO con l’Eucarestia. In realtà è l’uomo che abita in Dio, al momento in cui assumiamo l’Ostia Divina, e si immerge in un anticipo di Vita Eterna.