Sacre Scritture e Storia
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Sacre Scritture e Storia

Ecco perché sono interconnesse ma non sovrapponibili

Uno dei più diffusi errori fra quelli che intercorrono a ogni livello quando si confrontano le Sacre Scritture con la Storia, è quello di pretendere l’impossibile, ovvero che le due discipline coincidano in modo perfetto.

La realtà è ben diversa in quanto si tratta di aspetti che intendono raggiungere lo stesso scopo (la Verità), ma attraverso percorsi e obiettivi contenutistici differenti.

Sia le Sacre Scritture che la Storia sono affrontate dai rispettivi studiosi attraverso metodi scientifici (per evitare sterili polemiche invito a ricordare cosa si intende per “metodo scientifico”), ma mentre le prime inseguono valori e significati relativi alla formazione dell’Uomo e la sua concezione religiosa, la seconda pretende riscontri concreti in termini di documenti o tracce materiali. C’è inoltre da precisare che quando emergono queste tracce si ottiene la conferma di un evento o dell’esistenza di un personaggio, ma la mancanza di una traccia non significa che il fatto o il personaggio non siano avvenuti o esistiti. Lo conferma anche l’astrofisico (ateo) Carl Sagan, il quale coniò questa famosa frase: «L’assenza di evidenza non è l’evidenza dell‘assenza»,

La maggior parte degli studiosi delle Scritture (che non a caso si chiamano Sacre e «non storiche» anche per sottolineare la loro natura), ammettono che non ci siano prove sull’esistenza di personaggi come Adamo, Mosè, Abramo, Noè, o altri antichi patriarchi. Anzi, individuano in questi nomi soprattutto delle evoluzioni di pensiero e nel rapporto fra gli uomini e la divinità.

Ci sono però personaggi come ad esempio David e Gesù sui quali abbiamo chiare prove storiografiche, al punto che tutti gli storici ne confermano l’esistenza. Lo stesso prof. Barbero, insigne medievalista ma divulgatore di tutte le epoche storiche, molto critico nei confronti della religione, ammise che uno storico serio non può negare l’esistenza di Gesù di Nazareth.

Riguardo a David abbiamo, come per Ponzio Pilato, il ritrovamento di un’incisione che lo cita.

Sui personaggi che per la Storia sarebbero ancora in dubbio di esistenza o fantasiosi, c’è da dire che troviamo invece dei riscontri su quanto concerne i fatti che sulle Scritture vengono a loro accostati.

Prendiamo ad esempio Abramo. Egli è sostanzialmente il simbolo dei popoli che dalla Mesopotamia si sono storicamente spostati attraversando da nomadi la mezzaluna fertile, giungendo sulle rive del Mediterraneo. Le vicende attribuite a Abramo trovano conferma nelle battaglie e le guerre storicamente provate nel vicino oriente, a partire dal 1700/1800 a.C.

Se consideriamo invece Noè, abbiamo la conferma da parte di geologi, che nella zona citata dalle Scritture, sono stati ritrovati con scavi archeologici, strati di terra che denunciano una umidità remota tale da far supporre che quella vasta area abbia vissuto un’inondazione di gigantesche dimensioni.

Questi fatti non possono essere assunti in modo totalizzante per stabilire l’esistenza di Abramo o Noè, ma certificano che qualcosa di simile a quanto espresso nelle Scritture potrebbe realmente essere accaduto. D’altra parte sappiamo bene che fatti come il “diluvio universale” non sono una “invenzione” della Bibbia, ma figurano in scritti molto più antichi e in tradizioni, anche mesopotamiche molto anteriori.

Le Scritture decifrano fatti, attribuendoli in chiave narrativa a dei personaggi, i quali potrebbero essere anche frutto di leggende, ma che contribuiscono di fatto a trasferire il senso del messaggio religioso, attraverso l’interpretazione di eventi accaduti.

All’esegeta e allo studioso di Sacre Scritture, più che la Storia, interessa lo stile letterario, attraverso il quale si arriva a decifrare il modo di pensare e di percepire il sacro, in una determinata epoca.

Ben vengano le conferme storiche su fatti narrati dalle Sacre Scritture, ma se non venissero (in realtà se ne contano molti), neppure il credente deve preoccuparsi: le motivazioni teologiche della Bibbia sono già state ampiamente dimostrate, insieme alla logica del messaggio. C’è da precisare infatti che la Bibbia è l’esposizione di come l’uomo ha interpretato un evento, attribuendolo al volere di Dio, secondo la mentalità ebraica e giudaica del primo millennio a.C. È dunque una miniera di informazioni per decifrare un periodo storico fra i più salienti della Storia dell’Umanità. Basti pensare che alcuni studi recenti avrebbero stabilito che il culmine della potenzialità e espressività del cervello umano si sia manifestata attorno al 500 a.C.

Leggiamo quindi con la massima serenità sia Sacre Scritture che libri di Storia, nella certezza che essi esprimono quanto di più attuale sia stato evidenziato dagli studi più recenti.

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