I protagonisti della Bibbia - 13. Noè e il diluvio
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I protagonisti della Bibbia – 13. Noè e il diluvio

Diluvio universale, un evento non solo biblico

Il racconto del diluvio universale, che appare nella Bibbia, e precisamente a partire da Genesi 6, non è esclusivo della nostra cultura.

Lo troviamo infatti in narrazioni più o meno simili nell’Epopea di Gilgamesh (mesopotamica), nel mito greco di Deucalione e Pirra, nella mitologia norrena col nome di Ragnarok, nella cultura atzeca, e addirittura nell’induismo nel libro Matsya Purana in cui si narra l’incarnazione di Visnu, che viene interpretata in Matsya (il pesce).

Si tratta dunque di un tema ricorrente, il che ha fatto pensare ad un fatto relamente accaduto, almeno come evento naturale nel passato antico.

Gli studi si sono moltiplicati, e accanto a deduzioni o pseudo-ritrovamenti, di tanto in tanto emerge una teoria. L’ultima riguarda alcune ricerche geologiche, che hanno notato nella stratificazione del terreno in una vasta area dell’antica Mesopotamia, degli strati che potrebbero denunciare un anomalo arricchimento di umidità, che potrebbe essere ricollegato ad una strordinaria precipitazione piovosa.

In concreto, però, nessuna «prova» fin qui considerata può essere ritenuta certa per dichiarare che il diluvio universale possa essere confermato dal punto di vista storico o storiografico.

La Bibbia, tuttavia, come sappiamo, va letta in senso teologico, per cui l’evento ricopre un’importanza fondamentale: il comportamento umano e la punizione divina.

Il racconto inizia con la constatazione di Dio che nell’animo di ogni uomo e in ogni suo «minimo intento» vi era il male. Individuò però Noè, un «giusto» (zaddìq = צדיק), appellativo che in Genesi viene attribuito esplicitamente solo al costruttore dell’arca, e esclusivamente in modo implicito a Abramo e la sua discendenza (zedaqà = צדקה, giustizia).

Noè aveva una moglie, che la tradizione ebraica ha individuato in Naama, discendente di Caino, figlia del violento Lamech e della sua seconda moglie Silla. Naama partorì tre figli: Sem, Cam e Iafet.

Dio, allora, sette giorni prima del diluvio, manifestò a Noè la sua volontà, dando indicazioni affinché tra gli esseri umani si salvassero solo lui e la sua famiglia (ovvero Noè, Naama, e Cam, Set, Iafet e le loro tre mogli). Gli ordinò dunque di costruire un’arca in legno di cipresso, divisa in scompartimenti e rivestita di bitume. L’arca doveva essere lunga 300 cubiti (circa 150 m.), larga 50 cubiti (circa 25 m.) e alta 30 cubiti (circa 15 m.). Doveva essere a tre piani, dotata di un tetto e con una porta laterale. In essa, oltre a Noè e i suoi, dovevano essere ospitati un maschio e una femmina di ogni specie animale vivente, sette coppie maschio e femmina di animali puri e le scorte alimentari per tutti. Fu il Signore a chiudere la porta quando l’ultima coppia di animali si imbarcò.

La Bibbia ci informa che in quel momento Noè aveva 600 anni, 2 mesi e 17 giorni. Come sappiamo l’età attribuita a un personaggio biblico è in relazione con quanto egli fosse ritenuto «giusto».

Piovve dunque per 40 giorni e 40 notti (da notare il 40 ricorrente nei testi sacri), e le acque ricoprirono i monti, superandoli di altri 15 cubiti. Le acque furono travolgenti anche dopo che la pioggia fu cessata, per un totale di 150 giorni. Dopodiché iniziarono ad abbassarsi. L’arca si arenò sui monti dell’Araràt, ma le cime dei monti iniziarono ad affiorare solo al decimo mese.

Dopo altri 40 giorni Noè liberò un corvo, il quale tornò sull’arca dopo il suo volo. Fu poi liberata una colomba, ma anch’essa ritornò. Noè attese allora altri 7 giorni e liberò un’altra colomba, la quale tornò alla sera con nel becco un ramo d’ulivo. Dopo altri 7 giorni la colomba fu liberata e non tornò indietro. . Il patriarca tolse allora la copertura all’arca. Le acque si prosciugarono su tutta la terra quando Noè aveva 601 anni, 2 mesi e 27 giorni.

Dio ordinò allora a tutti di uscire. Noè costruì un altare e prese ogni sorta di animali puri per sacrificarli al Signore. A quel punto Dio promise di non maledire più il suolo a causa dell’uomo, ma avvertì anche l’uomo di non spargere il sangue dei suoi fratelli. Come segno dell’alleanza con Noè e tutti gli uomini, Dio scelse l’arcobaleno.

Ma la storia di Noè non termina qui. Il patriarca, ripresa la vita quotidiana, piantò una vigna. Bevendo il vino che produsse, un giorno si ubriacò e si spogliò nudo all’interno della sua tenda. Cam, che nel frattempo aveva generato Canaan, vide la nudità del padre e andò a riferirla ai fratelli. Sem e Iafet, allora, presero un mantello, e camminando a ritroso per non vedere il padre nudo, coprirono Noè. Una volta riavutosi dall’ubriacatura, Noè venne a sapere cosa aveva fatto Cam, e pronunciò una maledizione nei confronti di Canaan, figlio di Cam, attraverso la quale gli predisse che sarebbe divenuto schiavo di Sem e Iafet.

Cam, Sem e Iafet popolarono poi tutto il mondo generando le varie etnie.

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