Alef e il silenzio di Dio
Uncategorized

Alef e il silenzio di Dio

La prima lettera dell’alfabeto ebraico

Le lettere dell’alfabeto ebraico non hanno solo una finalità funzionale per esprimere parole e frasi, ma contengono significati di vario tipo. Le prime sono utilizzate per definire i numeri, ma il loro valore emerge soprattutto nell’esposizione di concetti altamente indicativi.

La prima lettera dell’alfabeto ebraico, ma anche di quello fenicio, è la “alef” il cui significato si riconduce al “toro”, ovvero al glifo egizio. La sua rappresentazione era infatti quella di una testa di toro, che si evidenziava come una moderna A capovolta. Successivamente fu scritta inclinandola progressivamente sulla destra, fino a raggiungere, nel nostro alfabeto, la forma attuale.

Gli Ebrei la hanno invece stilizzata in modo diverso, raggiungendo l’immagine che possiamo notare nella foto del titolo.

Quello però che focalizziamo oggi è il contenuto simbolico attribuito dal popolo ebraico alle lettere del loro alfabeto, uno studio che traiamo dal Sefer haBahir (סֵפֶר הַבָּהִיר), ovvero dal testo più significativo dell’opera cabalistica più accreditata, sebbene nata successivamente rispetto al Sefer Yetzirah (יצירה ספר, detto Libro della Formazione,o della Creazione).

Con la lettera alef inizia il nome di Adam (אָדָם), il primo uomo. Graficamente questa lettera si può tradurre nell’insieme di altre due lettere dell’alfabeto ebraico, e precisamente la iod, che figura due volte ed è riconoscibile dalle due “gambette laterali”, e la waw (l’asse centrale). In ghematria, il valore numerico della iod è pari a 10, mentre quello della waw è 6. Il totale è 26 che corrisponde esattamente alla somma che risulta dal tetragramma sacro, il nome di Dio.

Ma molti esegeti scavano ancora più in profondità e ritengono che la alef, essendo una lettera muta (non ha, infatti, un suono specifico, e non viene pronunciata, rappresenti il silenzio di Dio. A supporto di questa tesi portano a testimonianza l’inizio della Genesi. La Bibbia inizia con la lettera beth (ב, la nostra b) e con la parola bereshit (בראשית). Si sostiene che iniziare il libro dei libri con la seconda lettera dell’alfabeto invece che con la prima, sebbene essa sia così significativa, indichi l’esistenza di una Torah orale che ha preceduto nel tempo quella scritta.

Noi Cristiani attribuiamo invece un ulteriore significato: la alef è muta e indica il silenzio metaforico di Dio, prima del compimento definitivo avvenuto alla pienezza dei tempi con l’avvento di Gesù. La nascita del Salvatore ha abbattuto definitivamente la barriera che esisteva, mettendo in relazione diretta l’uomo con Dio, con la nuova e eterna alleanza.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *