Come giunge la chiamata di Dio?
Non è una decisione dell’uomo, ma una risposta
«In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono».
(Dalla liturgia)
La festa dell’apostolo Andrea ci fa ascoltare il brano della chiamata dei primi discepoli. Gesù chiama questi uomini nella loro quotidianità: non c’è nulla di sacro che incornici questo incontro: infatti i discepoli vengono chiamati da Gesù mentre svolgono il loro lavoro quotidiano.
Il brano, mettendoci davanti a due scene molto simili (la chiamata di quattro discepoli a due a due) ci fa capire alcune cose: anzitutto che è Gesù che sceglie: nessuno può assumersi l’impegno dell’apostolato di propria iniziativa: la prima mossa è sempre di Dio.
E poi è da notare cosa comanda Gesù: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Prima è necessario seguire il Signore, e solo poi sarà possibile svolgere una attività apostolica. Non è un’iniziativa dell’uomo: tutto nasce dal cuore di Dio, sia nella scelta della persona che nella modalità dello svolgimento.
E la missione non può nascere da un atto di generosità, di buona volontà: è solo dal cuore di Dio, dalla sua volontà che nasce la missione. Prima di ogni attività apostolica ci è chiesta una profonda amicizia con il Signore e un’obbedienza docile alla sua volontà.
2 commenti
Tsegereda Welde
L’ iniziativa parte sempre da Dio che attende la nostra risposta.Gli Apostoli lasciarono tutto e senza indugiare si misero alla sequela di Gesù.Difatti Pietro fratello di Andrea in un altro scritto dirà ” noi bbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito che merito avremo’?
E sappiamo la risposta di Gesù. Dio dona tutto a chi da tutto. “Abbandonarsi nelle braccia di Dio”.
Grazie Signore per il dono degli apostoli.
Tsegereda Welde
Grazie mille che bello!