La fiducia in Dio è la base della Fede
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La fiducia in Dio è la base della Fede

Un aspetto che pare banale ma è spesso dimenticato

I nostri sono giorni difficili, in cui l’Umanità si interroga frequentemente sugli aspetti materiali ed è concentrata, nel cercare il massimo della soddisfazione personale. Non si tratta di un concetto sbagliato, perché l’aspirazione a vivere serenamente è più che legittima. Ma come ogni accezione, anche questa, se viene portata all’esasperazione, diviene un motivo che sorte l’effetto contrario: si vive angustiati.

È evidente che siamo di fronte ad una interpretazione errata, la quale porta, di conseguenza, a effetti negativi. Siamo così concentrati su noi stessi che perdiamo anche il significato delle parole, e quindi della vita.

Una fra le parole di cui abbiamo perso il significato è «fede». Molti la confondono con la «certezza», e infatti sostengono che si possa credere in qualcosa o in qualcuno soltanto se si ha la massima certezza («credo solo a ciò che vedo»).

Non ci si accorge neppure che si tratta di una contraddizione in termini: non si ha fede in qualcosa che è certo: si ha la sua certezza, e quindi non si tratta più di «affidamento».

La fede, invece, anche e soprattutto quella religiosa, è «fede» perché non c’è certezza. Questo però non significa che la fede debba essere cieca, altrimenti si cadrebbe nell’estremo opposto mantenendo l’errore sull’interpretazione del termine.

La fede è affidamento in qualcosa che sulla base di un ragionamento razionale, risulta credibile (anche se non certo). La Teologia e la Filosofia dimostrano la credibilità della fede cristiana, ma non potranno mai dare la certezza. Anzi, in un certo senso NON DEVONO, perché allora non si avrebbe più fede.

Chiediamoci se Gesù avesse fede, e dobbiamo risponderci NO! Gesù aveva la certezza di essere il Figlio di Dio, Seconda Persona Trinitaria, e non aveva bisogno della fede, cosa invece che è per noi indispensabile.

Ma cosa significa avere fede? Ci sbagliamo se pensiamo che sia esclusivamente il credere che il Dio Creatore esista. Avere fede vuol dire abituarsi a vivere nella certezza (qui SI) che il Bene Infinito, cioè Dio vuole per noi il meglio.

Ci si chiede spesso perché esista il male. Purtroppo si va poi a finire nel madsornale errore di pensare che sia Dio a determinarlo. Ma se Dio è Bontà assoluta, significa che in Lui c’è la totale assenza del male. Con il libero arbitrio tutto quanto è in natura viene delegato all’uomo, e si creano TUTTE le evenienze della vita, anche quelle malevole. Ma Dio (Bontà assoluta) non resta inerte, e trasforma ogni male, anche quello più crudele e inconcepibile in BENE. E lo fa anche se il bene che arriverà non riusciamo a comprenderlo o prevederlo.

Fece così con Gesù, il quale morì nel modo più umiliante, assurdo e doloroso, dando l’impressione di aver perpetrato un fallimento irrimediabile. Ma Dio trasformò questo male che sembrava irreparabile, in strumento di vita eterna per tutti gli uomini: la Santa Croce.

Ecco quindi che noi, se realmente abbiamo fede, dobbiamo sforzarci a vedere più in là del nostro naso, e considerare che il bene previsto da Dio per noi, va oltre la nostra capacità attuale di comprendere.

Affidarsi a Lui, abbracciare la sua Croce, sono le cose che ci vengono chieste. In una parola: la «Fede». Gesù è risorto «primizia di coloro che sono morti» e si mostrò per farci capire che crediamo in un Dio VIVO, che apre anche a noi l’eternità.

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