I protagonisti della Bibbia. 7 - Ezechiele
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I protagonisti della Bibbia. 7 – Ezechiele

Le accuse di disobbedienza dei Re e la speranza nella prospettiva di Gesù

Ezechiele è uno tra i profeti dell’Antico Testamento che vengono maggiormente ricordati per l’importanza e la profondità delle sue profezie.

Nato a Gerusalemme nel 620 a.C. circa, Ezechiele fu tra i deportati nelle ondate di invasione dei Babilonesi. Lo troviamo infatti tra coloro che furono tradotti in terra mesopotamica nel 590 a.C. circa, all’età di 30 anni e nel 5° anno dalla deportazione del re Ioiachin.

Il suo nome significa «Dio è forte», ma anche «Dio è la mia forza» e «Dio fortificherà». La sua voce fu una delle tre più autorevoli che si innalzarono al tempo della grande deportazione del popolo ebraico a Babilonia: Geremia lo fece da Gerusalemme, Daniele da Babilonia e Ezechiele da Tel Abib sul fiume Chebar, un luogo che potrebbe corrispondere alle vicinanze del canale di Khabur, dove troviamo i resti della città di Nippur, nell’odierno Iraq.

Ezechiele fungeva da sacerdote per la sua comunità di deportati, ed era felicemente sposato.

Alla base della sua missione vi fu una visione in cui Dio gli fece pervenire un messaggio sotto forma di libro, con l’ordine di mangiarlo. Il significato di consumare un libro come pasto è l’assunzione del testo interiorizzandolo profondamente.

Ezechiele iniziò dunque a profetare, dapprima accusando i maggiorenti del recente passato e i re di aver disobbedito a Dio e di essersi staccati da Lui: la deportazione a Babilonia con la conseguente perdita dell’identità della terra e della discendenza sarebbero state dunque la logica conseguenza del comportamento dei Giudei.

Il Libro di Ezechiele si può suddividere infatti sostanzialmente in tre grandi parti:

Dal cap. 1 al cap. 24: denuncia delle malvagità e dei peccati del popolo giudaico, con profezie pronunciate prima della caduta di Gerusalemme.

Dal cap. 25 al cap. 32: profezie circa il giudizio che sarebbe cadute sulle nazioni confinanti, e annuncio della caduta di Gerusalemme e della distruzione del tempio.

Dal cap. 33 al cap. 48: profezie sulla restaurazione del culto e del tempio a Gerusalemme, con l’annuncio dell’avvento del Messia.

In totale troviamo 13 grandi profezie elencate in ordine cronologico. In ben 62 versetti troviamo la frase: «Essi conosceranno che io sono il Signore». Un’immagine evocata in una sua visione richiama la resurrezione della carne, mentre in un’altra indica un uomo, un leone, un bue e un’aquila (che in futuro saranno scelti come simboli dei quattro evangelisti) attorno al trono dell’Eterno.

La data della sua morte è incerta, e viene fatta coincidere con l’ultima data in cui la sua testimonianza può essere fatta risalire, ovvero nel 570 a.C. circa.

Ezechiele è venerato da tutte le religioni che ammettono il culto dei Santi. La Chiesa Cattolica lo ricorda il 23 luglio.

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