La Tilma, il miracolo che stupisce la Scienza
Il “mantello” messicano che dal XVI secolo dona segni prodigiosi
E dire che c’è anche chi non ne ha sentito parlare, ma la Tilma, misterioso mantello, visibile e osservabile, che riporta l’immagine della Santa Vergine di Guadalupe è forse uno dei segni più stupefacenti che si siano mai manifestati, se non altro, per l’eccezionalità delle sue caratteristiche, una più incredibile dell’altra, e che la Scienza constata e non riesce a spiegare.
L’origine
Il 9 dicembre del 1531, siamo dunque a meno di 40 anni dalla scoperta delle Americhe, l’indio Juan Diego, da qualche tempo convertito al Cristianesimo, che stava percorrendo un sentiero sulla collina di Tepeyac, nei pressi di Città del Messico, viene attratto da un canto armonioso. Si avvicina alla fonte e ha l’apparizione della Santa Vergine Maria, la quale gli chiede di riferire al Vescovo la richiesta della costruzione di una chiesa in quel luogo.
Recatosi dal Vescovo, l’indio lo trova abbastanza incredulo, con la richiesta di un qualche segno.
Juan Diego, sicuro di sé, ritorna nel luogo dell’apparizione l’11 dicembre e rivede la Santa Vergine. Questa volta Maria Santissima gli chiede di raccogliere dei fiori nelle vicinanze, che erano miracolosamente spuntati, seppur fuori stagione e di sistemarli in un mantello che gli dona.
Fin qui potremmo pensare di essere di fronte a una delle diverse apparizioni, alle quali si può credere oppure no. Ma inizia da ora un crescendo di eventi inimmaginabili.
Aprendo il mantello Juan Diego viene colto da stupore, vedendo una bellissima immagine della Santa Vergine in preghiera. L’indio, a questo punto, corre dal Vescovo.
I miracoli
Vediamo ora i segni inspiegabili.
Innanzitutto va detto che la tilma è risultata fatta di agave, ovvero di un materiale fragilissimo e deperibile, che invece risulta sempre fresco da ormai 5 secoli.
Già nel 1700 ci si era accorti che i colori sono identici da entrambe le parti del tessuto, pur non vedendo, neppure con la lente, segni di pittura o di ricamo.
Nel 1921 avvenne un attentato proprio dinnanzi al luogo in cui era conservata la Tilma: tutto distrutto ma essa rimase intatta.
Nel 1936 il Premio Nobel per la chimica, Richard Kuhn, constata che il materiale dei colori della Tilma non è di origine animale, vegetale e neppure minerale.
Nel 1979 e nel 1981, due scienziati della NASA osservano la Tilma ai raggi ultravioletti e infrarossi, concludendo che non si ha riscontro di nessuna operazione che possa far risalire alla formazione del disegno della Santa Vergine, e che dopo quasi 5 secoli non si ravvisa nessun segno di invecchiamento dell’immagine.
Ma le cose più sorprendenti devono ancora palesarsi.
Le stelle che ornano il disegno sulla Tilma sono disposte in modo da immortalare le costellazioni come si potevano osservare dal Messico l’11 dicembre 1531 verso le dieci e quaranta, e in modo che possano essere osservate come disposte in modo inverso come in uno specchio, ovvero come proiettate da fonte esterna.
Il disegno non risulta essere applicato sul mantello, ma è come se fluttuasse a pochi micron di distanza!
Ma la cosa ancora più stupefacente è che se si ingrandisce fortemente l’iride dell’immagine degli occhi della Santa Vergine sulla Tilma, si può osservare l’esatta scena in cui si riconosce Juan Diego che mostra la Tilma stessa al Vescovo, con il rispetto di tutte le regole ottiche.
E poi c’è la prova che lascia tramortiti: se si appoggia uno stetoscopio all’altezza del ventre dell’immagine, si può ascoltare il battito cardiaco di un feto!
Si tratta di una serie di eventi e di fatti concreti a cui nessuno scienziato è riuscito a rispondere, e che risultano impossibili da riprodurre con alcuna delle tecnologie in nostro possesso e nella nostra immaginazione.
La Tilma è attualmente conservata e visibile nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, nel luogo dove è sorto il Santuario richiesto dalla Santa Vergine.