Chiesa dei Santi e Chiesa visibile
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Chiesa dei Santi e Chiesa visibile

La precisazione di Sant’Agostino è un’accusa per chi vuole escludere

Noi che ci preoccupiamo di stabilire chi è degno di partecipare alla vita liturgica della Chiesa e di chi dovrebbe invece, secondo le nostre opinioni restarne escluso, dovremmo approfondire la storia patristica della Chiesa.

Uno dei più grandi pensatori della storia dell’umanità, Sant’Agostino da Ippona, trasse dalle Sacre Scritture molte accezioni sostanziali.

Già allora all’interno della «istituzione Chiesa» si verificavano eventi poco edificanti. Nulla di particolarmente sorprendente dato che ogni istituzione gestita da uomini presenta questi pericoli.

Ciò nonostante, allora come oggi, quanto toccasse anche da vicino l’aspetto spirituale, qualora fosse non più che perfetto diveniva (e diviene) fonte di scandalo.

Sant’Agostino non si sofferma su ciò che è giusto o ciò che è sbagliato ma fa parlare le Scritture.

Individuò una «Chiesa dei Santi» formata dalle persone che eseguono fedelmente la volontà di Dio, e che possiamo anche non conoscere, né contarne il numero. Ma il santo di Ippona constatò e prese atto dell’esistenza della «Chiesa visibile» o «apparente», che comprende tutti quelli che si dicono cristiani, ai giorni nostri cattolici, e che si estende a chiunque, e perciò anche a tutti coloro che ritengono di appartenere alla Chiesa.

A questo punto è bene fare una preziosa precisazione, per stabilire e ricordare l’importanza dei Sacramenti.

Appartiene alla Chiesa chiunque sia stato battezzato, in quanto con il primo sacramento si riceve in dono la potenzialità della Fede. Un regalo che può essere sviluppato oppure trascurato, ma che abbiamo comunque ricevuto.

Dunque se la Chiesa comprende tutti i battezzati, ragionò Sant’Agostino, essa comprende sia Chiesa dei Santi e Chiesa visibile.

Stanti così le cose, tutte le volte che noi pretendiamo di escludere un peccatore dalla Chiesa, non solo facciamo un atto di superbia umana perché dimentichiamo che siamo anche noi peccatori, ma ripetiamo il peccato originale, che, come sappiamo consiste nel volerci sostituire a Dio.

Gesù ci ha detto infatti che grano e gramigna vanno lasciati crescere insieme: sarà poi Dio a decidere nel giorno del giudizio. Se facciamo noi la scelta ci poniamo al di sopra di Dio.

Ovviamente ogni peccatore prima di accedere ai Sacramenti deve essere in regola con i precetti della Chiesa, ma questo non vuol dire che non si debba confortarlo o che lo si debba escludere. Gesù infatti venne per i «malati» più che per i sani, e si compiace più di una pecorella recuperata che delle altre 99.

In quest’ottica, pienamente apostolica, patristica e dottrinale, sta la posizione di Papa Francesco, il quale predica misericordia nella giustizia di Dio.

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