I protagonisti della Bibbia. 8 – David, figlio di Iesse
Terzo re di Israele, forse il più famoso del periodo monarchico
Per narrare la storia di David sono necessarie alcune premesse.
Re Saul perse la predilezione di Dio per essersi rifiutato di sterminare gli Amaleciti, per cui la successione passata al figlio Is-Baal ebbe vita brevissima.
Samuele fu inviato a cercare il nuovo re, gradito a Dio, tra i figli di Iesse. Nessuno però dei sette figli presentati soddisfaceva il profeta, il quale esortò Iesse a dichiarare se avesse altri figli. Fu dunque presentato David, il più giovane, che era impegnato a pascolare le pecore. Una volta portato al cospetto di Samuele, Dio ordinò al suo inviato: «Alzati, ungilo, perché è lui».
David è presente in ben quattro importanti libri biblici, ovvero nel Primo e nel Secondo di Salomone, nel Primo dei Re e nel Primo delle Cronache, tutti compresi tra i libri storici.
David ci viene presentato come un uomo dal carattere alterno, capace di grande generosità, ma anche della più spietata ferocia. Capelli rossi, grande spregiudicatezza, ma anche l’intelligenza di comprendere i propri limiti e valutare le sue capacità. Apparteneva all tribù di Giuda, e fu indicato come il capostipite della discendenza da cui avrebbe dovuto nascere il Messia. Gesù discese infatti da David, e le genealogia di Nostro Signore viene descritta in ampi termini davidici: Matteo la indica in 14 generazioni che si ripetono per tre volte. Il 14 era il numero ebraico associato a David, mentre il 3 indicava la perfezione.
Nacque non a caso a Betlemme (che in ebraico significa «casa del pane»), nell’anno 1040 a.C, e morì all’età di 70 anni (altro numero significativo che simboleggia la completezza moltiplicata 10 volte) a Gerusalemme.
David fu dunque condotto alla corte di Saul, che abbandonato dal favore di Dio era sofferente e nel quale si affacciava periodicamente un cattivo spirito. Solo il suono di cetra di David era in grado di lenire i tormenti del re.
Nella guerra contro i Filistei, questi sfidarono gli Ebrei con un gigante, Golia, alto più di 3 metri e dotato di un’armatura che da sola pesava circa 60 kg. David si offrì di affrontarlo, convincendo Saul confidandogli che aveva ucciso orsi e leoni per difendere il gregge del padre Iesse.
Una volta autorizzato da Saul e ricevuta l’armatura del re, David dopo poco se ne liberò, e conservò solo la sua fiona e 5 pietre raccolte per strada.
Golia, vedendo che il suo avversario sarebbe stato un ragazzo, lo sottovalutò, ma la pietra scagliata da David con la frombola lo colpì alla testa e lo fece crollare morto. A questo punto David si lanciò sul corpo del gigante e lo decapitò. I Filistei si diedero alla fuga e la battaglia fu vinta. Quel giorno David divenne amico di Gionata, figlio di Saul e fratello di Mikal, che divenne successivamente sua moglie, avuta in premio per essere riuscito a uccidere 100 Filistei.
La fama di David però finì per infastidire Saul, che decise di ucciderlo. L’eroe fu salvato da Mikal. Saul allora diede in moglie Mikal a Pati, figlio di Lais. David ebbe altre due mogli: Abigail e Achinoam.
Il dissidio con Saul si fece sempre più acuto, ma David ottenne la fiducia di Gionata. Lo scontro tra David e Saul avvenne quando il secondo, accompagnato da 3.000 uomini, braccò il primo su una collina. David penetrò nell’accampamento del re e piantò due lance ai due lati della sua testa, allontanandosi senza ucciderlo.
Senza David l’esercito di Saul e Gionata fu sopraffatto dai Filistei e i due morirono nella battaglia di Ghilboa. Secondo il Primo Libro di Salomone Saul si suicidò gettandosi sulla sua spada. Un’altra versione lo vede sopraffatto da un guerriero Amalecita.
Alla morte di Saul, David salì a Ebron e fu unto re di Giudea, mentre per successione a Saul, Is-Baal divenne re d’Israele. Ne sortì una guerra civile tra i due, che si risolse con l’assassinio di Is-Baal per mano di due traditori: Baanah e Rekab. La testa del nemico fu portata a David, il quale non gradì il gesto dei disertori e li fece giustiziare. Era il 1010 a.C. e David divenne re di Israele e Giudea.
La capitale fu portata a Gerusalemme, così come l’Arca dell’Alleanza, con l’intenzione di costruire un tempio. Dio però, attraverso il profeta Natan lo impedì dicendo che il tempio sarebbe stato costruito in futuro (lo fece poi Salomone). L’Arca restò dunque in una tenda fatta costruire appositamente.
Una vicenda non troppo edificante fu l’inganno con il quale David mandò a morte il guerriero Uria l’Ittita, dopo averne messo incinta la moglie Betsabea e aver tentato di appioppargli la paternità. Non essendo riuscito a perpetrare il raggiro lo inviò in prima linea in una battaglia senza speranza.
Questo evento provocò il rimprovero severo di Dio, e David si pentì. Nonostante ciò, il bimbo nato dalla sua unione con Betsabea, divenuta a questo punto sua moglie, morì. I due ebbero poi un altro figlio: Salomone, che divenne l’erede di David.
Prima di morire David ordinò un censimento che secondo il Primo Libro delle Cronache fu indetto su tentazione di Satana, e che scatenò le ire di Dio. Furono proposte dunque al re tre punizioni tra le quali avrebbe dovuto sceglierne una: sette anni di carestia, tre mesi di fuga da un nemico, oppure tre mesi di peste. David scelse l’ultima soluzione, e morirono 70.000 persone.
Per farsi perdonare da Dio, il re acquistò la terra su cui poi Salomone avrebbe costruito il primo tempio.
Adonia, si fece proclamare re, ma Betsabea e il profeta Natan intervennero, portando Salomone da David morente, il quale gli affidò il regno.
La sua tomba sarebbe oggi in località Monte Sion nei pressi della Porta di Giaffa, fuori dalle mura di Gerusalemme.
Un commento
Luca Boffa
Davide che batte Golia è secondo Agostino una prefigurazione di Gesù che sconfigge il Diavolo.