Il Timor di Dio è l'equilibrio: sapere esattamente chi siamo
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Il Timor di Dio è l’equilibrio: sapere esattamente chi siamo

Spesso si confonde il Timor di Dio con la paura: in realtà è ben altro

«In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». (Dalla liturgia).

«Un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica». Cosa significa questo?

Siamo beati se non ci consideriamo più grandi del nostro unico padrone, se non ci riteniamo più grandi di Dio. Noi non pensiamo di essere più grandi di Dio. Almeno non lo pensiamo a livello teorico, cioè non pensiamo esplicitamente di essere più grandi di Dio, ma a livello pratico lo facciamo eccome!

Lo facciamo quando pensiamo: «Io sono cristiano, ma su questo punto, su questo argomento, la penso a modo mio, indipendentemente da quello che mi dice la parola di Dio o il magistero della Chiesa!».

Così facendo noi ci mettiamo un gradino sopra Dio, e rinunciamo alla possibilità di vivere nella pace e nella gioia che solo il Signore ci può dare.

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