Il figliol prodigo e il perdono del padre
Uncategorized

Il figliol prodigo e il perdono del padre

Il perdono di Dio va oltre alla nostra idea di misericordia

«Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». (Dalla liturgia).

Ma quando il figliol prodigo viveva lontano dal padre, dissipando i suoi averi, il padre gli voleva bene ugualmente? È una domanda che spesso si sente fare.

Il padre stava alla finestra, scrutando l’orizzonte, nella speranza di veder comparire il figlio. Sicuramente gli voleva bene. Ma, pur volendogli bene, il suo perdono, il suo amore non può raggiungere il figlio quando questi è lontano.

Dio ci ama anche quando viviamo nel peccato, ma non ci obbliga ad amarlo. Dio ci rispetta, ci tratta da persone intelligenti e accetta le nostre scelte, anche quando sono sbagliate e lo fanno soffrire.

Il figliol prodigo non si è pentito del male che aveva fatto a suo padre al quale doveva tutto, è tornato a casa soltanto perché aveva fame. Ma ha saputo fare una cosa importante: si è alzato ed è andato da suo padre. Cioè, fuor di metafora, ha smesso di vivere nel peccato.

E una volta incontrato il padre è stato capace di riconoscere i propri errori, di chiedere perdono. In sostanza si è confessato. Il padre non gli ha lesinato il suo perdono, gli ha fatto riavere la dignità di figlio che aveva perduta.

Il Signore ci aspetta, perché non c’è per lui gioia più grande che quella di perdonarci, ma vuole che noi, liberamente, decidiamo di tornare da lui, rinunciando al peccato e riconoscendo i nostri errori.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *